(nella foto, Madama Butterfly, Monte Carlo, 2021, Suzuki dal backstage)

Stroppa: “A Montecarlo mi sento amata, ti accoglie un team fantastico.” “Il pubblico di Monte Carlo ha una memoria, sente la verità dell’interpretazione. La musica si fa insieme, botta e risposta.” “Suzuki è l’anima di Butterfly, l’alter ego, lo specchio delle sue emozioni. Quando la interpreto non sono più Annalisa ma Suzuki.”

intervista di Roberto Tirapelle

Signora ci sembra che la sua presenza alla “Madama Butterfly” sia un ritorno al Gran Teatro di Monte Carlo: che sensazioni le ha da dato anche in termini di ispirazione?

“Quando si è stati anni prima in posti così meravigliosi, con esperienze magnifiche, i ricordi tornano alla mente e con un bel sorriso. Ho visto Montecarlo cambiata, antropizzata. Però ha sempre un grande fascino, a me piace tantissimo e sto sempre bene ma non solo per la località, il mare, la bellezza, la pulizia, il lusso, che possono essere situazioni speciali, ma soprattutto per le persone: ti accoglie un team fantastico. Ritrovare la truccatrice, la parrucchiera che conoscevi e questo in un teatro diventa una famiglia. Mi sento amata e per questo colgo l’occasione di ringraziare il teatro perché mi ha voluto di nuovo e spero ci siano altri ruoli da portare in futuro.”

(Suzuki, Montecarlo, 2021, cr. ph. Alain Hanel)

A Monte Carlo l’opera è molto seguita e si respira una profonda devozione verso la lirica: cosa ne pensa?

“Sì, è vero. Infatti anche nel caso della Butterfly le recite erano già esaurite da tempo. In realtà il teatro non contiene un numero elevato di posti ma anche se avessero aggiunte repliche le avrebbero tutte riempite. Nella mia esperienza di partecipazione a Montecarlo ho avvertito da parte del pubblico grande rispetto. E’ sempre attentissimo, e io mi sento sempre apprezzata pur essendo un po’ di anni che non tornavo. E’ anche bello ritornare con produzioni diverse perché il pubblico ti vede crescere, sente la voce cambiare, nota un diversa maturazione. Un pubblico che ha una memoria, sente la verità dell’interpretazione. Io vivo del consenso del pubblico, è il mio motore. La musica si fa insieme, botta e risposta.”

Quali erano state le altre occasioni in cui aveva cantato a Monte Carlo?

“JEAN-LOUIS GRINDA mi ha sempre apprezzata fino dai miei inizi. Così nel 2014 debutto con “Il mondo della luna” nel ruolo di Lisetta (Haydn), un personaggio di serva astuta che sa manipolare le firme di questa trama. Regia di Emilio Sagi, direttore Jérémie Rhorer. Produzione fantastica. Ritorno nel 2017 “Il Barbiere di Siviglia” con Rosina, il ruolo che ho cantato di più in assoluto. Direttore Corrado Rovaris. Regia Adriano Sinivia. Allestimento anni ‘50 molto cinematografico. La mia partecipazione a Montecarlo è sempre stata al teatro del Casinò, nella Salle Garnier. Adesso sono stata felice di ritornare perchè Il team di lavoro è fantastico. Il teatro: come non rimanere incantati da quel gioiello. Le dimensioni ridotte consentono di sfruttare, sfumature, colori della voce e non essendoci distanze tra palco e pubblico si crea un bellissimo rapporto con lo spettatore che per me è fondamentale. In teatro si sente tutto del pubblico, il respiro, l’attenzione. Puccini traduce in musica grandi emozioni che fanno parte dell’animo umano e Madama Butterfly ne è la regina.”

Signora può parlarci delle sue Suzuki?

(Butterfly, Parigi, 2015, cr.ph. C.Leiber)

“Certamente. Il mio debutto è stato a Parigi nel 2015 Opera Bastille con la regia di Robert Wilson e la direzione di Daniele Rustioni. Dopo è arrivato il grande momento della inaugurazione del 2016 al Teatro alla scala con Riccardo Chailly e il regista Alvis Hermanis. Non dimenticherò mai questa produzione. Ha richiesto molto lavoro introspettivo perché Suzuki manifesta tutte le emozioni che Butterfly non esterna perché non le accetta. Così continuavo ad affezionarmi sempre più al personaggio. Poi nel 2019 a Monaco di Baviera in Germania con la direzione di Daniele Calligari e la regia di Wolf Busse. A Montecarlo La produzione di Butterfly mi ha vista collaborare per la prima volta sia con il direttore d’orchestra il maestro Giampaolo Bisanti, che con la regista Mireille Larroche. E’ sempre bello avere nuove esperienze di colleghi, rapportarsi con loro, con le loro idee. E questa è stata davvero bellissima produzione. La regia molto poetica, efficace e ha funzionato tantissimo perché molto impostata sulla reazione espressiva dei diversi personaggi e si coglievano tutti i piccoli movimenti, i piccoli sguardi. Mi sono trovata molto a mio agio con la lettura del Maestro Bisanti.” “Ho avuto la possibilità di confrontarmi con questo personaggio in ben quattro produzioni molto diverse tra di loro ma tutte interessanti che mi hanno aiutato a dare al ruolo diverse sfaccettature. E’ un personaggio che a volte viene sminuito perché non ha un’aria all’interno dell’opera. Puccini non ha dato tanta presenza a Suzuki ma lo ha compensata con un livello interpretativo intensissimo. Se si vuole fare bene questo personaggio non è semplice perché Suzuki è l’anima di Butterfly, è l’alter ego, è lo specchio delle emozioni di Butterfly. Mi piace sempre dare un anima al personaggio che interpreto, viverlo. Non sono più Annalisa ma Suzuki. E’ l’unico modo per fare arte e di portarla avanti con responsabilità. Cerco di portare sul palcoscenico una verità che per primi noi sentiamo e viviamo.”

Può raccontarci qualcosa della preparazione allo spettacolo a Montecarlo: dalla scelta dei vestiti, al trucco. Le prove di regia e di palcoscenico hanno un percorso meticoloso e di sinergia con il cast.

“Le prove sono fondamentali. Questa edizione della Butterfly di Mireille Laroche in realtà è una ripresa dello spettacolo fatto all’Chorégies d’Orange nel 2007. Naturalmente ambienti diversi, cast diversi. Qui a montecarlo la mia prima volta con Alessandra Kurzak e ci siamo trovati subito nella stessa linea d’onda, come intenzioni, pensiero, intensità. Non ho avuto nessuna difficoltà. Ugualmente con gli altri artisti. Naturalmente per Suzuki è molto importante Cio-Cio San. Sono sempre insieme. Ricordo che in scena Suzuki veste, sveste quindi non solo azioni interpretative ma anche pratiche. Per la vestizione, svestizione devi assicurarti che Cio-Cio San sia a suo agio. Nei momenti in cui vai a toccarli i capelli e musicalmente non la disturbi. Deve essere tutto fatto con arte, non si nota ma c’è. Per questo le prove sono importanti. Si costruiscono i passaggi come plasmare la creta. Poi farne un vaso e decorarlo. Il teatro è lo specchio della vita. Amo il mio mestiere e tutte le mie creature che ho plasmato e che anche dopo le prove le porto a casa ricordandole.”

MADAME BUTTERFLY di Giacomo Puccini

Tragédie japonaise en trois actes
Livret intégral de Luigi Illica et Giuseppe Giacosa  d’après la pièce de David Belasco Madam Butterfly, basée sur une nouvelle de John Luther Long (1898)
Création : Teatro alla Scala, Milan, 17 février 1904

Production Opéra Grand Avignon

CAST:

Direction musicale Giampaolo Bisanti – Mise en scène Mireille Larroche – Décors Guy-Claude François – Costumes Danièle Barraud – Lumières Laurent Castaingt – Chef de chœur Stefano Visconti

Madame Butterfly (Cio-Cio San): Aleksandra Kurzak (16/18); Alexandra Marcellier (21) Suzuki, sa servante: Annalisa Stroppa
F.B. Pinkerton: Marcelo Puente – Sharpless, consul: Massimo Cavalletti – Goro: Philippe Do – L’Oncle Bonzo: Fabio Bonavita

Chœur de l’Opéra de Monte-Carlo
Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo

SALLE GARNIER •
OPÉRA DE MONTE-CARLO:  16 novembre 2021 – 20 H 00 (Gala) –  18 novembre 2021 – 20 H 00 –  21 novembre 2021 – 15 H 00 

(Madama Butterfly, Monte Carlo, 2021, il cast)